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Il Mulino dell’Abate sorge intorno all’anno Mille ed è riconducibile alla figura di Giovanni Gualberto che nel 1036, dopo varie peregrinazioni, giunse a Vallombrosa per stanziarsi poi a Passignano presso il Monastero, ancora oggi presente, che aveva. accettato la sua regola divenendo simbolo della lotta alla simonia.Un luogo che si dimostrò adatto a vivere secondo la regola benedettina che invoca l’espressione dell’ “ora et labora” alla base della vita monastica dell’ordine di  Gualberto.

Questo, fu una delle figure di spicco della storia dell’alto Medioevo, il quale non solo fu fondatore dell’ordine vallombrosiano, ma promotore di riforme monastiche, di opere di rinnovamento ecclesiale e non di meno di contemplazione della magnificenza della natura coltivandone la terra, rendendola produttiva e mantenendola attraverso lavoro e sapienza.Infatti, è proprio nell’abbazia di Passignano, dov’egli risiedeva, che ha segnato nel corso dei millenni il paesaggio agrario e l’aspetto naturalistico dell’intera zona. All’azione riformatrice del Monastero si deve l’introduzione, già in epoca medioevale, delle coltivazioni arborate e dei filari di viti e olivi con terrazzamenti e sistemazioni idrauliche dei versanti.

A tal proposito, il Mulino costituiva il punto nevralgico per la macinazione di grani e frumenti ed al suo interno è tutt’oggi presente lo stemma dell’Abbazia di Passignano che ha svolto nell’arco dei secoli un ruolo ed un’influenza che sono ancora oggi il punto di riferimento attrattore e turistico nonché culturale e spirituale dell’intera zona.

L’assetto storico paesaggistico che caratterizza questo territorio si è mantenuto fino ad oggi conservando una netta peculiarità ed identità rispetto al resto del territorio comunale divenendo nel 2008 parte dell’area naturalistica protetta ai sensi della Convenzione Europea del Paesaggio.

A tal proposito, è bene ricordare che all’interno del Monastero di Passignano sono conservate opere di grandissimo pregio tra cui la raffigurazione della vita di Giovanni Gualberto nonché la ricognizione delle sue reliquie e l’ultima cena dipinta ad affresco nel 1476 da Domenico del Ghirlandaio sormontata dalle lunette affrescate da Rosselli.

Dopo avere passato tutta la vita a combattere per la libertà della chiesa San Giovanni Gualberto morì nel monastero di Passignano il 12 luglio 1073.

Nonostante il suo operato, ci vollero ben 120 anni prima che Gualberto fosse iscritto nell’albo dei Santi, canonizzato soltanto nel 1193 da Papa Celestino III e nel 1951 Papa Pio XII lo dichiarò Patrono dei Forestali d’Italia nonché dei Forestali di San Paolo del Brasile.

Il Mulino si trova a Sambuca Val di Pesa, in una piccola località sospesa tra Siena e Firenze lungo il corso del Fiume Pesa, un piccolo affluente dell’Arno tutto da vivere e conoscere a piedi. Superato l’antico ponte di Romagliano, originario del dodicesimo secolo, si gira a destra e si imbocca il camminamento pedonale che costeggia la Pesa, si prosegue lungo la strada dell’Abate che diventa sterrata e ricca di vegetazione a mano a mano che ci siaddentra nel bosco, tra i profumi e le limpidezze delle acque della Pesa.

Lungo la strada sono presenti tracce e testimonianze che rievocano la storia del Santo a cui è dedicato il percorso, una delle quali è la cappella nei pressi del Mulino.

Secondo la tradizione, quello della Cappella è il luogo che ospita il masso miracoloso ove Giovanni Gualberto, carico di frumento sostava per riposarsi e trovare beneficio dalla penosa ischiade che lo affliggeva, così come rivela la lapide collocata nell’atrio.

Il Santo in preghiera vi si sdraiava sofferente lasciando impressa la forma del proprio corpo.

Attualmente il percorso che porta al Mulino rappresenta una delle aree più pregiate di tutto il Chianti sotto il profilo naturalistico, accogliendo piante e frutti della tradizione, nonché percorsi sensoriali.

A rendere ancora più unica la posizione dove sorge il Mulino è la vicinanza alle Cantine Antinori, capolavoro architettonico che si è guadagnato il primo posto nella classifica Worlds Best Vinegards 2022 come “Cantina più bella del Mondo”.

Il Mulino, a seguito di un accurato intervento di restauro conservativo, si compone di un corpo centrale e di due fienili (“Il Rosmarino” ed “Il Leccio”) immersi nella rigogliosa vegetazione boschiva piena di colori, profumi e rumori che fanno del luogo un posto unico dove riconciliarsi con la natura. Il fruscio delle foglie si fonde con il rumore dell’acqua del fiume Pesa come una nenia che culla e ristora.

Al piano terra della villa si trova un ampio soggiorno, la grande sala da pranzo con camino e forno per il pane (resa ancora più straordinaria dalla presenza di una cucina risalente al IV secolo D.C. perfettamente conservata e gemella a quella presente nella Cucina Monumentale di Badia a Passignano). Da qui, si accede poi alla cucina odierna, restaurata ed attrezzata di tutti i comfort, il bagno di servizio con annessa lavanderia ed infine la suite “Camera Antica” dotata di un ampio e lussuoso bagno privato con docciain travertino.

Al primo piano invece, un luminoso soggiorno domina la scena con la sua capriata centrale ed un camino che rende l’atmosfera ancora più speciale.

Da qui si ha accesso alle suites “I Cipressi” ed “Il Susino” entrambe con bagno privato e doccia in travertino.

Caratterizza inoltre la suite “I Cipressi” la presenza di una vasca freestanding con vista panoramica sul giardino della Villa.

La suite “Le Macine” infine, ubicata al piano giardino con affaccio diretto su un patio esclusivo, è stata interamente ricavata dalla mangiatoia dell’antico Mulino, usata per ristoro dei cavalli e deposito del grano, questo è ancora oggi ammirabile nel bagno privato ìdella suite. Inoltre, a rendere ancora più speciale questa camera, è la vicinanza alla stanza del mulino ove ancora oggi sono presenti le antiche macine da cui prende il nome.

I Mulini erano macchine meravigliose che nei secoli bui del Medioevo hanno rappresentato un elemento di innovazione tecnologica rispetto ai primitivi metodi di macinazione poiché sostituivano il lavoro animale e aiutavano l’uomo nell’eseguire lavori pesanti e ripetitivi.

Il Mulino, qui ancora oggi presente, usava un sistema di macina ad asse verticale su ruota orizzontale che veniva azionato tramite l’apertura di una gora romanica sul fiume Pesa che permetteva all’acqua di defluire verso il Mulino allagando una vasca (ove oggi sorge un patio restaurato) e da qui, tramite la presenza di altre due gore, l’acqua confluiva con forza sotto al Mulino dove la pressione stessa permetteva l’azionamento delle pale delle macine.

Gazie al restauro effettuato, ad oggi è possibile visitare i locali sotterranei dove le pale delle macine erano installate, il canale che fungeva da reflusso dell’acqua verso il fiume ed anche la turbina originale che permetteva l’alimentazione elettrica del Mulino.

Mulino dell’Abate

Strada dell’Abate, 13 

Sambuca Val di Pesa 50028

Tavarnelle Barberino

P.Iva 07280560488

e-mail: info@mulinodellabate.it

phone: +39 3382055209

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